domenica 25 ottobre 2015

SANTA VENERINA (CT): La Cuba bizantina di S. Stefano

In questo post vi racconto la mia breve passeggiata di un sabato pomeriggio alla scoperta di un monumento dell'area etnea importante e fino a qualche tempo fa misconosciuto.


Prospetto principale della chiesetta

Si tratta della chiesetta bizantina di S. Stefano, sita a Dagala del Re, frazione di Santa Venerina, in provincia di Catania.
Recentemente restaurata ad opera della Sovrintendenza, riconsegnata lo scorso 8 ottobre, la storica struttura era stata acquisita dal Comune nel 2012.
La scoperta del rudere avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale ad opera di Stefano Bottari, il quale pubblicò un articolo a riguardo sulla Rivista di Archeologia Cristiana del 1944-'45. Successivamente, nel 1959, fu Pietro Lojacono, sovrintendente ai monumenti della Sicilia orientale, ad occuparsene, svuotando l'edificio che era stato utilizzato come pietraia e consolidandone le strutture. Tuttavia il monumento rimase abbandonato e nascosto dalla vegetazione, fino agli ultimi recenti sviluppi.
La chiesetta, costruita tra il VII e il IX secolo si presenta allo stato di rudere, sebbene sia sufficientemente leggibile nella struttura complessiva, essendo conservati tutti i muri perimetrali. Manca invece di copertura, di pavimento, e sono andati perduti intonaci, pitture, finestre e tutte le altre finiture.

L'intero perimetro della chiesa, la zona absidale in primo piano
Aspetto esterno, vista laterale

Non mi dilungo sugli aspetti architettonici, che possono anche risultare difficili da comprendere, e mi limito a dire che la chiesa è composta da un nartece (vestibolo addossato all'esterno della facciata della chiesa, probabilmente aggiunto in un periodo successivo) e da una cella tricora, cioè una zona absidale trilobata (a trifoglio), in cui l'abside centrale ha dimensioni maggiori rispetto alle due laterali.

Abside centrale vista dall'interno

Gli intonaci residui nella zona absidale

Nel nartece, all'estremità sinistra, è chiaramente individuabile una cisterna ricavata all'interno della struttura stessa.

La cisterna ricavata nel nartece

La copertura, oggi scomparsa, doveva essere costituita da una cupola nella zona absidale e da tre volte a botte sul nartece.

L'ingresso principale del nartece visto dall'interno

Il monastero basiliano, di cui doveva far parte la chiesa, passò ai benedettini nel XII secolo, per essere poi abbandonato probabilmente in occasione dell'eruzione dell'Etna del 1284.
Qui potete vedere un'interessante ricostruzione virtuale del monumento:



COME RAGGIUNGERE IL SITO

Non esiste alcuna segnaletica stradale che possa indicarvi la strada da percorrere; il monumento, allo stato attuale, non è segnalato neanche all'ingresso dell'area in cui si trova.
Potete aiutarvi con questa mappa:


L'ingresso avviene attraverso un piccolo cancelletto posto alla destra di un cancello più grande, quest'ultimo a servizio di un allevamento. Il numero civico di riferimento è il 39/41.

Il piccolo cancelletto sulla destra è l'accesso al sito

Il cancelletto non presenta lucchetto, è possibile aprirlo ed entrare, avendo cura di richiuderlo. Per raggiungere la chiesetta è necessario attraversare un boschetto di querce per circa 70 metri in linea retta costeggiando il muro di limite con l'allevamento attiguo; il sentiero è tracciato dal passaggio dei visitatori e vi condurrà in breve al vostro obiettivo.

Il sentiero tracciato dal passaggio dei visitatori
Tra gli alberi si scorgono i ruderi della chiesa

Spero di avervi dato sufficienti informazioni per visitare questo luogo suggestivo, storicamente importante sia per il tipo di architettura religiosa, sia perché si aggiunge agli altri monumenti siciliani che attestano e delineano la presenza dei basiliani nell'isola.

Visitato sabato 24 ottobre 2015

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